Il tema della saggezza mi affascina per tante ragioni. La prima è perché molto spesso trovo che i bambini siano più saggi dei loro genitori. Non è l’atteggiamento di ipervalutazione dei bambini che hanno molti adulti per togliersi la responsabilità delle scelte educative. La saggezza dei bambini è una saggezza scomoda che svela cose che non vorremmo vedere. Scopre quello che noi nascondiamo volentieri e ci rassicura sul fatto che non proteggiamo i bambini evitando certi argomenti, come la morte, ma proteggiamo noi.
Mi sono chiesta spesso perché questa parola sia quasi bandita dalle conversazioni comuni e anche dalle intenzioni educative, come se fosse un frutto esotico e misterioso che fiorisce a nostra insaputa. Eppure della saggezza abbiamo bisogno per tutta la vita. È quel misto di riflessione, coraggio e discernimento di cui abbiamo bisogno nel momento in cui dobbiamo scegliere se andare a destra o a sinistra, se rimanere o partire, se continuare o lasciar andare. L’abbiamo delegata agli esperti a cui chiediamo consiglio dimenticandoci che dentro di noi, dentro ognuno di noi, c’è una parte saggia che è la prima che dovremmo consultare in ogni decisione importante.
La saggezza è nemica dell’impulsività ed è per questo che forse non gode buona fama, visto che preferiamo spesso i binari conosciuti e rodati che ci vengono offerti dal nostro pilota automatico.
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